ROMANZO BREVE
La ragazza della porta in faccia
di Valeria Vaccaro
COPIE ESAURITE
Nota biografica
Valeria Vaccaro nasce a Novara, il primo agosto 1989. È cresciuta a Torino, città nella quale vive tutt’ora. Si diploma al liceo Scientifico Carlo Cattaneo di Torino, nel luglio del 2008. Le sue passioni di sempre sono la musica e la scrittura. Ha cantato per sei anni come solista e corista nella band corale “The coloured music sound”. A quattordici anni ha deciso di diventare vegetariana e lo è tutt’ora. Non ha alcuna fede religiosa, si definisce agnostica.
Come scrittrice è invece agli esordi, con il romanzo “La ragazza della porta in faccia” (maggio 2011).
In seguito, ha partecipato – con la poesia “Il mio vortice” – all’iniziativa “Invito per una composizione poetica circolare” (agosto 2011), promossa dal Museo Epicentro di Barcellona Pozzo di Gotto (ME).
Nel dicembre 2011 ha partecipato all’iniziativa “Un sorriso per Natale” promossa dall’Associazione Smasher, con il racconto “Stellina e Zoe, la storia di un sorriso”.
Collabora, come articolista, con diverse riveste e blog: Barcellonapg.it (Rivista online di cultura e vivere civile); Aladino e i 40 ladroni (Fanzine trimestrale dell’associazione Aladino); Donnissima.it (Blog); Bottega Scriptamanent (Rivista dell’agenzia letteraria La bottega editoriale).
Il romanzo ha sostenuto, attraverso le vendite, il progetto “La Casa del Sorriso” dell’Associazione Smasher.
Prefazione di Giulia Carmen Fasolo
Non si limita ad essere un libro che narra di adolescenza, questo libello di Valeria Vaccaro è qualcosa di più. Non è neppure un libretto da bancarella dove si trovano i libri di “scarto”. È un libello piccolo, senza dubbio. Ma è uno di quei libri che racchiudono i tracciati della crescita e ne dipingono le dinamiche nel modo più semplice ma preciso possibile.
Il breve romanzo della giovane scrittrice torinese non ha le pretese di enunciare teorie e teoremi sullo sviluppo psicofisico dei ragazzi che crescono. Ha sostanzialmente il pregio di raccogliere, in poche pagine, ciò che il mondo degli adolescenti davvero rappresenta per loro stessi e per chi li vive quotidianamente.
Le amicizie, le cotte giovanili, la scuola, le vicissitudini si mescolano a poco a poco nel tentativo di accompagnare i protagonisti di queste pagine ad un punto di equilibrio e di maturità che permetterà il grande salto nel mondo degli adulti. Tanto spesso questo salto, questo passaggio, però, rappresenterà un giro di boa a volte anche pericoloso, anche tragico.
C’è stato un tempo in cui l’adolescenza era considerata una sorta di altalena che sospingeva il teenager da un punto all’altro della scala dello sviluppo. Era il periodo di passaggio dall’infanzia e all’età adulta. Oggi, in parte, così non è più. Nel mondo della multimedialità a tutti i costi, i rapporti tanto spesso si svolgono in chat, su facebook, su quegli strumenti digito-attrattivi che rendono ancora più “fascinoso” l’ambiente emotivo degli adolescenti.
L’amore viene calibrato su Messenger, ad esempio. E ciò avviene anche in questo romanzo, quando la giovane protagonista scopre di non essere lei “l’oggetto d’amore” del quasi coetaneo. E lo scopre in chat, non di certo alla festa di compleanno. Proprio in questa fase, i rapporti si scombinano, diventando allucinazione la “realtà reale” e rappresentando concretezza lo svelamento emozionale online.
Valeria Vaccaro non è superficiale, anzi. È brava nel tracciare proprio questi passaggi, immaginando che sia una giovane adolescente a scrivere una sorta di diario esperienziale, dove la gioia, la scoperta e la crescita si mescolano al dolore, alla privazione, addirittura anche alla morte dell’amica più cara.
Gli amori nascono, e poi muoiono perdendo talvolta anche la potenza evocativa di un tempo. Ma ciò che muore è anche l’illusione di un mondo perfetto, con il quale raramente fare i conti.
Fulcro attorno al quale ruota questo libro, prima esperienza narrativa della scrittrice torinese, è anche la scoperta della difficoltà per un adolescente di confrontarsi con dinamiche improvvisamente diverse e inaspettate. Non è forse vero che il mondo dell’infanzia non è sempre simile a quello che seguirà successivamente? Non è forse vero che anche una giovane adolescente può sperimentare il perimetro del dolore? Viene, con delicatezza e capacità, raccontata la violenza sessuale. Viene, altrettanto delicatamente, riportato il rendiconto di un suicidio.
Due tra gli elementi che emergono in questo libello.
Per certi aspetti, pensare che l’adolescenza non è preservata dalla violenza, fa paura. Ma parlarne oggi, anche in questo libro, in queste nuove epoche digitali permette di non mascherarsi dietro i vecchi modelli di crescita. Oggi l’adolescente si trova ad affrontare, suo malgrado, non solo stimoli culturali e multimediale nuovi, ma anche nuovi orizzonti per gestire il proprio mondo, nel bene e nel male.
L’adolescente che ingurgita, in una sorta di convulsa appariscenza bulimica, tutto ciò che trova a tiro nella sua dispensa, si ritrova spesso nelle case, nelle finestre con la luce accesa, nelle famiglie dove si parla e dove non si parla.
La sofferenza, il mal di vivere, che forse un tempo era relegato all’età adulta, oggi inizia a tracciare i suoi embrioni già nell’adolescenza.
Valeria Vaccaro non ci complica la ricezione del messaggio con un linguaggio ostico. Parla dell’adolescenza come fosse davvero un adolescente e a scrivere della propria vita e della propria quotidianità. È brava sia nell’abbozzare i profili umoristici dei personaggi che popolano queste pagine, sia nel disegnare la sofferenza degli stessi.
È come se in questo libro, fuori da ogni tentativo di moralizzare la vita dei giovani ragazzi, ci fossero comunque degli S.O.S.. Non è un libro dai luoghi comuni, dove l’adolescente è scapestrato, svogliato, fannullone e portatore sano(!) di guai. Finalmente, fuori dagli stereotipi ormai divenuti quasi insopportabili e cinematografici, si raccontano le emozioni vere dei giovani, si narra dei loro pochi strumenti per far fronte ad un mondo sempre più complesso, per quanto ricco.
Finalmente, qui si smette di parlare dei giovani come i bighellonati del quartiere, come coloro che si auto realizzano grazie ad una firma, una felpa, un jeans o una paghetta settimanale.
Scorporate le storie da vicende tipicamente cinematografiche, qui l’adolescenza viene rappresenta per quello che è, nella sua essenziale verità e concretezza.
Un libro importante, un libro da leggere. Valeria Vaccaro è alla sua prima esperienza, ma nonostante questo mostra competenza nel parlare di questo importante tema, attraverso una storia suggestiva che ci dimostra che l’adolescenza non è una sfida contro il niente, ma una sfida di sopravvivenza…