Nel sale della notte
di Nicoletta Buonapace
Presentazione
Se è vero che la poesia si nutre di immagini, sappiamo, come già scriveva Nicoletta Buonapace nel suo articolo su “Lapis”, che per ascoltare la propria voce interiore occorre prima di tutto farsi strada fuori dalle immagini tramandate da secoli, in cui sono inscritti i desideri, le paure, i sogni dell’altro sesso.
La “lingua/limpida come acqua/in cui specchiarsi/ per consolare il male di non sapersi dire”, per fare chiarezza nel caos, disperdere stanchezza e solitudine, conosce la “nudità” che le è stata sottratta solo allacciando tra il pensiero e il corpo quei cunicoli sotterranei che tornano a renderli, come sono sempre stati, indisgiungibili. È questa interezza ritrovata che dà sensi, brividi, eccitazione, calore e colore alla parola, che stinge il confine tra mondi diversi, fino a impregnare la pelle del suono del vento, vedere specchiarsi nei pensieri il baluginare del sole e “sulle labbra le lettere di un bacio”. (Lea Melandri)
Nicoletta Buonapace nasce a Livorno.
La ricerca legata alla parola delle Donne, alla ricchezza dei mondi e delle diversità, la portano a migrare verso Milano, città di adozione. Considera la poesia e la bellezza necessarie al bene della pòlis, come valore condiviso.
Collabora con la Libera Università delle Donne di Milano e con “suiGeneris”, rivista on line.
Ha pubblicato le raccolte di poesia “Icara” (Castalia Edizioni) e “D’ora in ora” (Erasmo Edizioni).
Altri versi, riflessioni, racconti, sono presenti in riviste e antologie.