ROMANZO
Purgatorio delle anime perse
di Maria Galella
COPIE ESAURITE
Nota biografica
Maria Galella, nata nel 1973, residente a Gravina in Puglia con coniuge e due figli. Studi classici, laurea in lettere antiche a indirizzo archeologico, opera nel settore dell’archeologia e dei beni culturali. Ha praticato sin da giovanissima in modo assiduo la scrittura creativa, dedicandosi in particolare alla composizione di racconti, in una continua sperimentazione di generi e stili. Diversi suoi scritti sono apparsi su antologie cartacee ufficiali e su riviste, in seguito a vittoria, piazzamento utile o segnalazione nell’ambito di selezioni editoriali e concorsi letterari di varia entità, per narrativa sia tradizionale sia “di genere”; alcuni suoi racconti sono confluiti in una raccolta personale, altri sono stati pubblicati in antologie formato e-book, ancora reperibili in rete, in occasione di concorsi telematici per narrativa breve.
Prefazione di Giulia Carmen Fasolo
Thriller psicologico? Giallo? Purgatorio delle anime perse è una sorpresa, pagina dopo pagina, un avvicendamento di destini, morte, sospetti dietro l’uscio di casa e verità sottratte al tempo.
In una piccola cittadina di periferia avvengono fatti strani, inquietanti, di un passato lontano che sembra riemergere e prendersi la rivincita a ogni sussulto e canto della civetta. Morti strane e identità violate: tutto all’interno di un intreccio che vive di suspense.
Anita, una giovane insegnante, lascia la sua abitazione e la sua quotidianità, per iniziare una nuova esperienza lavorativa in una scuola. Un malessere psico-fisico comincia a essere il campanello di allarme che spingerà Anita a seguire fantasmi e voci. Sarà Matteo, figlio della padrona di casa, a seguire in modo parallelo il percorso di ricerca della donna. Insieme, attraverseranno vie sature di mistero, scoprendo ogni giorno verità dolorose di una donna morta e vilipesa. Una fotografia diventerà il sigillo di questo incontro, la chiave di volta per arrivare fino in fondo alla storia: il fantasma di una donna reclama la sua rivincita, batte i pugni contro la crosta che separa i vivi dai morti, nel tentativo di riemergere e pareggiare i conti con chi le ha sottratto la vita e la maternità.
Di fronte ad Anita, lontana ormai dalla vita ordinaria che conduceva con il suo compagno prima di partire, riemergono – attraverso i tarocchi ben custoditi – i presagi di un destino prepotente e ineluttabile. Sono le morti improvvise a svelare a poco a poco il tracciato della vendetta, insieme agli sguardi dei vivi velati di verità nascoste, ai fantasmi di bambini che appaiono e scompaiono, alle voci, ai dialoghi interrotti, alla famiglia di Matteo.
Al cuore della storia, Maria Galella ci fa arrivare con la sua evidente e indiscutibile padronanza della scrittura. Ci racconta di una città senza nome, ma la descrive con così tanta maestria, che ci appaiono improvvisamente reali i vicoli e concrete le voci. I personaggi sono “disegnati” perfettamente nel contesto in cui vivono, delineati linguisticamente e concettualmente attraverso una brillante narrazione. La precarietà e l’immobilismo sono da contraltare sia alle vicende, sia alle pietre che formano questa città. Il vociare e il pettegolezzo corrono senza indugio, fino a quasi a scalfire i confini che recintano una storia drammatica e allo stesso tempo suggestiva. E mentre la storia si avvicina alla risoluzione dell’enigma misterioso, si resta disincantati di fronte a due verità terribilmente contrapposte: in una prima fase Anita è immobile e impaurita per un destino incerto, al contrario Matteo sembra immerso in una ricerca spasmodica della verità di un passato scomodo per la sua famiglia; in una seconda fase, quella finale, i profili si capovolgeranno, e Matteo accetterà il destino per il quale è venuto al mondo.
Recensioni:
– QLibri
– Due storie di fantasmi (Vlad Sandrini)