SAGGISTICA
La fucina dei sogni
di Giuseppe Giunta
Nota biografica
Giuseppe Giunta è nato il 27 maggio 1960 a Barcellona Pozzo di Gotto (ME), ove risiede e svolge la professione di geometra. Ha partecipato a vari concorsi letterari ottenendo numerosi riconoscimenti, e ha pubblicato i seguenti libri: Il pensiero nella vita (gennaio 1980); Diario di un uomo semplice (giugno 1980); Riflessioni (G. Giunta & S. Ofria, aprile 1981); Il mio canto sincero (agosto 1981); I racconti della stanchezza (novembre 1982); Melodie e Incanti (Magi Editori, febbraio 2000); Dialoghi (Edizioni Smasher, marzo 2011); I barcellonesi deceduti a Messina nel terremoto 1908 visti attraverso i decreti prefettizi dell’epoca (FilicusArtEditionline, novembre 2013).
Sue poesie sono state pubblicate in diverse Antologie: Pittura e poesia – Emozioni in armonia a cura della Provincia Regionale di Messina (Cultura arte sport turismo); Pagine di poesia a cura dell’Associazione Teatro-Cultura “Beniamino Joppolo” di Patti, che nel luglio 1996 ha pubblicato nella collana dal titolo “Poeti alla ribalta” quattordici sue liriche, e su vari volumi del concorso “Poesia in Piazza”; sul volume “La poesia oggi…” a cura del Circolo Culturale della Parrocchia “S. Pietro” con il patrocinio del Comune di Milazzo; su di un volume dal titolo “Il… Massimo del ricordo” (omaggio a Troisi), tra le migliori poesie del Premio Nazionale “Rosario Piccolo” (1990-1999); in un volume del Premio Letterario “N. Giordano Bruno”(XIII Edizione, anno 2003); nei “Quaderni del Convivio” a cura del Mo.Di.Cu. (Movimento per la Divulgazione Culturale, Barcellona P.G.); nel volume dell’Accademia delle Arti e MessinaOggi (Associazione Culturale); “Antologia 2006” a cura del prof. Giuseppe Stella (Edizioni SPES Milazzo); sull’antologia poetica 2009 “On. Nino Pino Balotta” a cura dell’Accademia Musicale Artistica Culturale di Barcellona P.G.; sul Catalogo “Artisti Poeti” a cura dell’Associazione FilicusArte – FilcicusArteditionline anno 2014.
Critico letterario per varie riviste. Gli è stato conferito negli anni 1999-2002 nel corso del Premio nazionale di Poesia “Rosario Piccolo” il diploma di Poeta Benemerito. È stato presidente dell’Accademia Nazionale di Sicilia 2000 con sede a Patti (ME) nel biennio 2002/2004 e membro del Consiglio Direttivo, occupandosi del Settore Storico-Urbanistico. È stato nominato membro della Commissione Agricoltura e Calamità naturali presso il Collegio dei Geometri della Provincia di Messina. È stato membro del Comitato Ristretto Cultura presso il Consiglio Nazionale dei Geometri a Roma nell’anno 2002. Svolge prestazioni didattiche in corsi di formazione professionale. È membro del Consiglio Direttivo dell’Associazione Culturale “FilicusArte” con sede a Milazzo.Per il 2013/2017 è stato riconfermato come vice presidente della Pro Loco “A. Manganaro” di Barcellona P.G. Collabora con alcune riviste periodiche a diffusione interprovinciale curando rubriche d’interesse culturale, in particolare sulle discipline esoteriche ed antropologiche e sulla memoria storica della sua città. Da qualche anno ha intessuto scambi culturali con l’Argentina. Collabora come corrispondente di avvenimenti culturali dall’Italia con il quotidiano argentino “La Campaña” Diario di Chivilcoy che ha pubblicato alcune sue poesie. Attualmente sta collaborando insieme ad altri autori e operatori culturali argentini nella realizzazione di una antologia contenente 50 poesie di autori argentini e siciliani che sarà presentata presumibilmente nel 2015.
Il volume
“La fucina dei sogni”, pubblicato per i tipi delle Edizioni Smasher, è un libro sull’alchimia. Dalla prefazione a firma dello storico dell’arte, Andrea Italiano, si evincono concetti legati alla qualità e allo stile dell’Opera e alla sostanziale verità che essa racchiude sul percorso di vita dell’intera umanità. L’uomo moderno è un uomo senza un punto di riferimento interno-esterno che lo possa guidare nel periglioso cammino della vita, paragonabile ad una barchetta nel mezzo di una tempesta, senza un faro che la illumini. È un uomo triste perché ha smarrito la speranza del Sacro, del ritorno a casa; è schiavo perché legato al più spietato dei padroni: la macchina. L’uomo moderno è un uomo senza più aspirazioni verticali, senza ambizioni nobili, senza sogni, poiché sottoposto a ritmi standardizzati, a routine lavorative e sociali, a meschinità culturali.
Il libro di Giuseppe Giunta parte da da qui, ma non è qui che si vuole fermare. L’Autore vuole rifondare l’idea di uomo, vuole infondere a questo corpo morto un nuovo anelito di speranza. E lo fa scrivendo un libro che può essere inteso come un testo a più livelli, ma che sostanzialmente è un “non canonico” libro di alchimia, “personalissima” alchimia vista qui come pratica spirituale e simbolica, ma altresì reale e concreta attraverso cui lo spirito dell’Uomo può passare da uno stato di morte, di negritudine, ad uno stato di rinascita sublimata, di nuovo inizio. L’avventura iniziatica di Giunta è un viaggio incredibile tra cielo e terra, tra il realismo della materia corporea e l’idealismo del pensiero, dell’astrazione. Il primo passo da fare, per l’alchimista, è morire al mondo. La morte rituale consiste nell’abbandonare completamente il modo consueto di vedere le cose. Abbandonare il Sé vecchio e imperfetto con la speranza di trovare un Sé nuovo, perfettibile: questo è il senso della morte rituale alchemica. Il cammino dell’alchimista è lungo e difficile. E non è semplice il linguaggio con cui Giunta scrive la sua Opera, un messaggio forte, carnale, che sembra fatto per la sua voce possente e roboante. È un linguaggio velato di allegorie, pregno di simboli, tortuoso, farcito di parole desuete, ricercate, ma a tratti si accende in bagliori terrestri, in parole comuni, in parole scabrose.