RACCOLTA POETICA
Il vento e l’anima
di Giulia Maria Sidoti
Presentazione
La silloge della poetessa Giulia Maria Sidoti è, innanzitutto, un inno alla vita e al suo declinarsi nelle diverse forme della quotidianità.
Già dai primi versi, in verità, viene dichiarato il senso della propria poetica che marca senza equivoci la distanza da atmosfere bucoliche e adotta quelle reali, concrete, squisitamente umane, di vita vissuta. Infatti, la poesia “Se leggi i miei versi” potrebbe bastare come prefazione alla raccolta, senza necessità di ulteriori parafrasi da parte di chiunque. Proprio perché, pur facendo parte del corpus poetico, sembra in realtà rappresentare una speciale appendice di lettura per tutti coloro che si accostano e decidono di leggere questo volumetto: lì, in quei versi, si trova il senso (la chiave di volta!) di ogni verso successivo, come se non fosse una poesia d’apertura, ma un vero e proprio esergo.
Nonostante la chiara volontà di non illudere e illudersi, di non cedere cioè ai canti delle sirene, la poetessa Giulia Maria Sidoti non si preclude affatto la possibilità di cercare e guardare le stelle, anche quando la terra offre magmi bollenti e pietre di lava.
La poetica è libera, sia in senso formale sia in senso sostanziale, esattamente come appare l’anima della poetessa che sottolinea la sua forza, la sua libertà di guerriera, la sua capacità di correre libera senza catene. E non le serve, su questo è molto chiara, combattere con scudi e corazze, o ancor peggio spade, le basterà piegare il vento con la sola forza del canto, implicitando la sua capacità di adoperare la parola senza però esserne schiava, la sua certa volontà di manifestare una libertà che assomiglia a quella dell’acqua, del mare, della brezza del vento. Né servirà, a talune persone, la speranza che sia domabile, come fosse una leonessa addormentata e sola in mezzo alla savana.
I versi più forti, che potremmo definirli disincantati, sembrano alternarsi a quelli più delicati e sentimentali, a conferma dell’assoluta capacità poetica di Sidoti di guardare l’intero ventaglio delle emozioni che la vita ci riserva (cfr. “Scatenerò per te le stelle”, ma anche “Incontro”). La poetessa, infatti, non narra solo di delusioni; anzi, rappresenta la vita anche attraverso la sua sfera più emozionale, quasi euforica, a dimostrazione – semmai ce ne fosse ancora bisogno – che è possibile lasciarsi andare alla vita, alle sensazioni positive, ai sentimenti che ci invadono, senza però farci sopraffare e sparire nell’incanto illusorio di una perfezione che, in questo mondo, è introvabile. E se la perfezione non può essere raggiunta, non è detto che non possa esistere il bianco, anche nella semplicità e purezza di rose che profumano nell’aria (la purezza è un concetto che ritorna anche in altri punti della silloge).
Le esperienze di vita a volte creano legacci al dolore, gelidi nodi relazionali, ricordi da dimenticare. Ma allo stesso tempo producono libertà d’essere, che si trasforma in certezza di non aver vissuto invano. Tali concetti emergono, tra le varie poesie, anche in “Normanna”, che forse rappresenta più di altre il vivere dicotomico tra difesa e attacco, tra discese e salite.
Numerosi sono, poi, i richiami alla religiosità nella poetica di Giulia Maria Sidoti, come se le braccia di dio potessero essere una terra adottiva, il mare e il fuoco, il sangue e gli occhi, un rifugio contro ogni cosa. Per la poetessa esiste, quindi, una entità sovraumana, capace di dare agli uomini la strada per raggiungere la libertà del cuore, del corpo e della mente. Capace, inoltre, di fornire metaforiche ali che possano permetterle di essere padrona di sé e mai più prigioniera degli altri.
Particolarmente evocativa risulta la poesia “L’odore della mia casa”: sembra che anche a noi arrivi l’odore di una cosa che non è un semplice spazio da abitare, ma è una nicchia da vivere, un interstizio poetico e pientamente vitale, illuminato dalla luna, profumato da ciliegi oriti e da gelsomini. La porta di casa, anche in senso metaforico, non è sprangata, ma è addirittura già aperta, in attesa di qualcuno al quale donare “profumi introvabili”, forse qualcuno che sappia inventare “una canzone” tutta per lei.
Infine, non si può dimenticare la presenza inesorabile del concetto di sicilianità, che si evoca sia attraverso i profumi, sia con i con itti che avvolgono da sempre la terra in cui vive la poetessa.
Giulia Maria Sidoti risulta, infine, possedere un lessico e uno stile certamente maturi (e non solo per la professione di insegnante che esercita). La sua poesia è pronta, già da tempo, per fare il salto di qualità della pubblicazione editoriale.