“Passaggi d’assenza” di Giulia Carmen Fasolo

10,00

Poesie | “Orme di poesie”
Pagine 54
ISBN: 978 88 6300 000 9
Edizione: 2008
Euro: 10,00

Esaurito

POESIA

Passaggi d’assenza

di Giulia Carmen Fasolo

COPIE ESAURITE


Prefazione di Saverio Vasta

La sfuggevolezza del senso e la percezione di vuoto che diviene sentimento doloroso sono i motivi dominanti della terza opera poetica di Giulia Carmen Fasolo. Il centro tematico, in continuità con i versi della precedente raccolta “Non ti dimentico”, è un amore impossibile e indicibile, un amore clandestino, soffocato, anoressico, che si spegne (o si è spento) per mancanza di comburente ma non si rassegna, lasciando vuoto, rancori, dolore, incredulità, desiderio inappagato di superamento, solitudine.

è una poesia che smaschera, che scava alla ricerca di un senso; priva di sovrastrutture ma con una robusta impalcatura che diviene all’occorrenza specchio riflettente, lente d’ingrandimento, sonda introdotta nella coscienza. Perché le bugie, i silenzi, le assenze, i sospetti vadano interrogati, denudati, per una volta compresi, se non altro nelle loro ragioni contingenti.

Il titolo “Passaggi d’assenza” ha un significato più ampio di quanto si possa intendere limitandolo all’omonima poesia contenuta nella raccolta. “Passaggio” è “attraversamento”, “cambiamento”, ma anche, cinematograficamente, “scena”, “singola visione”. “Assenza” significa “vuoto”, “lontananza”, ma anche “improvvisa sospensione della coscienza”. L’ossimoro si chiarisce proprio nella contrapposizione tra vita e morte, volontà e limite, azione e rinuncia, e si risolve forse nel tentativo di vincere il vuoto con continue incursioni di presenza e di vita. Come dire che ogni poesia è un passaggio d’assenza e quindi una traccia della continua ricerca di verità. Ricerca relazionale ma anche, forse prevalentemente, ricerca interiore, se è vero che i versi di questa raccolta, quando non si aprono a temi più generali legati alla cronaca (“Sul gommone”, “Iraq”) e alle lusinghe- insidie della contemporaneità (Cyber-space), sono dichiarazioni di poetica (“La mia poesia”, “Poetica”) o rispecchiamenti, faccia a faccia con i propri “Sé”, impegno di ricomposizione e di ricongiungimento con il proprio Io, prima ancora che con l’Altro.

Lo stile, ormai perfettamente riconoscibile, si conferma asciutto, tagliente, epigrammatico. Un consolidato repertorio lessicale ancora ossessivamente riproposto (“parole”, “silenzio”, “dolore”, “lacrime”, “bugie”, “passi” etc.) scandisce i versi di questo ricco corpus, dando concretezza e oggettività a un rapporto (con l’Io e con l’Altro) che respinge e che attrae, che è guerra d’amore e odio, di strategie e tattiche, di fughe e incontri, di rinascite e lutti, di sconforto e rinnovata speranza.

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