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“Il signum del moderno” di Gianfranco Pavone

18,00

SAGGISTICA | Collana “Orme di studio”
Pagine: 658
ISBN: 978 88 6300 079 5
Edizione: 2012
Euro: 18,00
Formato: 15×21 cm

Esaurito

SAGGISTICA | Collana “Orme di studio”

Il signum del moderno

Teoria e critica della modernità nel pensiero di Robert Spaemann

di Gianfranco Pavone


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Nota biografica

Gianfranco Pavone

Laureato in Filosofia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Scienze Politiche, Storiche e Filosofico-simboliche presso l’Università degli Studi di Messina. Docente di Filosofia e Storia nei Licei, collabora a varie riviste con contributi su autori e temi della filosofia contemporanea. Per i nostri tipo ha pubblicato anche il racconto “Il testamento di Giovannangelo Montorsoli. Sulla storia della Torre di San Raineri”.


Abstract

Quali sono i tratti specifici della coscienza moderna? Possiamo considerare la modernità come un’epoca già passata e integralmente alle nostre spalle? Oppure essa è ancora un progetto incompiuto? E ancora: che cosa di essa meriterebbe di essere salvato e custodito? E a quali condizioni?

Il saggio di Gianfranco Pavone ricostruisce la teoria e la critica del moderno nel pensiero di Robert Spaemann, attraverso le principali aree tematiche: i contributi storiografici e teoretici, la storia delle idee, la filosofia politica e del diritto, la pedagogia, l’etica e l’antropologia filosofiche, l’arte, la teologia e la religione. Per  l’ampiezza della trattazione, il saggio può anche valere come presentazione generale – la prima in lingua italiana – del profilo filosofico di questo autore.

Robert Spaemann

Robert Spaemann (Berlino, 1927) è uno dei maggiori filosofi viventi.

Ha insegnato nelle Università di Heidelberg, di Stoccarda e alla Ludwig-Maximilians-Universität di Monaco di Baviera, di cui dal 1992 è professore emerito. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti. Le sue opere sono tradotte in 14 lingue. L’idea che i principi della modernità siano ancora presenti e operanti costituisce una delle tesi centrali della lettura spaemanniana del moderno. La marcia della modernità continua il suo corso, nascosta dietro l’odierno ethos  corrente che suggerisce un approccio esclusivamente funzionalistico alla realtà. Di contro, Spaemann propone il recupero di una visione teleologica della natura e la riscoperta della dimensione di incondizionato che arte, etica e religione in vario modo dischiudono.

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