Note biografiche
Emilia Barbato è nata a Napoli e risiede ad Arpaia. Laureata in Economia presso l’Università degli Studi Federico II, si occupa di controllo di gestione e sistemi informativi. Dopo l’antologia “Pensieri stupendi – i capolavori nascosti” (La Casa Di Gould, 2010), ha pubblicato il suo primo libro “Geografie di un Orlo” (CSA Editrice, 2011) e diverse antologie con Fusibilialibri, Ursini, Aletti e Fondazione Mario Luzi Editore. Segnalata e premiata al 5° Concorso nazionale di poesia – Città di Chiaramonte Gulfi e al premio Alda Merini III edizione.
Prefazione a cura della poetessa Antonella Taravella
Mi sento madrina di questa silloge poetica perché battezzo una voce che è maturata, cresciuta con devozione verso la parola, verso quello che trasmette. Memoriali Bianchi mi fa pensare ad una cronaca di sentimenti scritta con la caducità di un inchiostro bianco, delicato e profondo.
Nella scrittura, l’Autrice fissa il punto di partenza da cui ricominciare. Le poesie contenute nella raccolta sono fatte di gesti, parole che tolgono veli, rendendo limpida ogni cosa, c’è un respiro profondo in ogni verso che si avverte pagina dopo pagina.
Memoriali è scrittura che rinasce potente, strutturata come parola che genera realtà – non c’è luogo di fantasia, l’Autrice mette le mani nella terra ne corteggia/conteggia i giorni, racconta l’oggi nell’imperfezione che viviamo. La Barbato parla di poesia “necessaria” arricchendo ogni singolo verso, rendendo la poesia palpabile, precisa, nuda, senza alcuna possibilità di rivestirla.
Memoriali Bianchi non è suddiviso, scorre insieme, denso, fra una poetica di testi lunghi e piccoli schizzi, che riempiono vista e mente. Scorrendo le pagine della Barbato si ritrova spesso la parola ‘Poesia’, la parola amata, ed è questo continuo tornare all’origine che crea magia nei testi in questa silloge così profonda che arma pagine di bisogno. Ho scelto la citazione di Ungaretti perché ritengo che l’Autrice aneli chiarezza, il sapere che la parola è cosa difficile non rende impossibile il bisogno stesso di rendere nuda e rivestita di luce la parola così come percepibile dal suo Memoriali Bianchi.
Un assaggio poetico:
Un nome per ogni cosa
Toccare le mattine
ripiegate tra le tue dita fitte di poesia
e scrivere
– della necessità e di come –
certi cieli facciano l’estasi
e poi decidano la morte
sottraendosi incautamente alla vista.