“MATTEO ABBATE. Da giullare a Re” di Patrizia Donato

12,00

Saggio | “Orme di inchiostro”
Pagine: 90
ISBN: 978 88 6300 298 0
Edizione:  febbraio 2024
Euro: 12,00
Formato: 15×21 cm
Rilegatura: brossura fresata a folio
Interno: contiene fotografie
In copertina un disegno di LAURA MARCHESE

 

Descrizione

Saggio | Orme di inchiostro

“MATTEO ABBATE. Da giullare a Re” di Patrizia Donato

***

Nota di lettura

Quando sono stata contattata da Patrizia Donato, con la delicatezza e la riservatezza che la contraddistinguono, non avrei immaginato che mi proponesse di scrivere una nota di lettura alle sue pagine in ricordo di Matteo Abbate. Le ho lette e non ho potuto fare a meno di sentire profonde risonanze emotive, che mi hanno riportato indietro di molti anni, quando conobbi Matteo, talentuoso scrittore.
La prima volta che mi sono accorta della sua presenza in città è stato fuori dalla libreria “Voltapagina”, oggi chiusa, nella centralissima via Roma, a Barcellona Pozzo di Gotto. Era immobile, con il cerone spalmato in volto. Mi appariva buffo. Pensai tra me e me che io non avrei mai avuto la capacità di fare come lui. Ero incuriosita dai suoi suggestivi modi e dalle sue caratteristiche fisiche. Le braccia lunghe, le mani grandi, il sorriso generoso e aperto, il suo camminare lanciato in avanti sono stati tra gli elementi fisici che “annunciavano” agli altri il suo arrivo e la sua presenza. Lo osservavo e lo vedevo incredibilmente giovane, nonostante io lo fossi più di lui di tre anni. Ben presto, mi resi conto che non era affatto una questione anagrafica, vi era in lui una “magia fiabesca” che andava oltre l’età, e mi rimandava una sensazione intensa e gioiosa che non ho mai saputo davvero verbalizzare.
Gradualmente, la curiosità che avevo per lui si è trasformata in ammirazione, quasi contemplazione nei confronti della sua incredibile creatività e del suo contagioso entusiasmo nel narrare le storie. Per lui non c’era molta distanza tra la vita e il suo mestiere di scrittore. Forse, non è esagerato affermare che proprio la scrittura, in quanto mestiere, era la sua vita.
Oggi potrebbe risultare semplice parlare o scrivere di lui. Tutte le volte che muore qualcuno, soprattutto se all’improvviso e così giovane, si è propensi a levigare le spigolosità dei ricordi e a restituire solo le cose belle e indimenticabili. Con Matteo Abbate è possibile ricordare in maniera sincera e genuina, senza edulcorazioni: lui era una bella e delicata creatura, lo era già in vita. La sua stravaganza, l’essere “diverso”, a tratti istrionico, lo rendevano unico, inconfondibile. Patrizia Donato è riuscita a presentare Matteo a chi non lo ha mai conosciuto e, contemporaneamente, a riportarlo felicemente alla mente in chi, invece, ha avuto la fortuna di incontrarlo, parlarci,
sorridere insieme e raccontare di quanto siano reali in realtà tutte le fiabe. Patrizia ne ricorda, anche attraverso gli accenni biografici, la semplicità e autenticità. La scelta di alcuni temi e il modo di raccontarli sono spiegati da lei stessa: «Per parlare della sua vita, provo a scendere dentro il suo cuore e immagino che sia lui stesso a raccontarsi». Più che un tentativo, quello di Patrizia è stato un esperimento riuscito: è innegabile, per chi ha conosciuto Matteo, rivederlo in queste autentiche e
mai capziose pagine, riscoprire il senso della sua narrazione, rammentare che il Re di Fiabe, come amava definirsi lui, non era più il giullare dei primi tempi (comunque affascinante), ma uno scrittore profondamente in connessione con le sue storie e con il suo giovane pubblico. Patrizia Donato ha avuto il privilegio di conoscere Matteo e ci permette di incontrarlo ancora attraverso una scrittura che a tratti è poetica, delicata come il suo porgersi all’altro e il suo stare in mezzo alle cose in punta
di piedi. Ed è proprio vero: Matteo Abbate non si è mai risparmiato, né nella scrittura né nell’incontro con l’altro. Era e resterà scrittore per sempre. E sarà ricordato grazie a ciò che ha fatto e a quanto viene raccontato in queste pagine: lui, Matteo Abbate, l’indimenticabile Re di Fiabe.

Giulia Carmen Fasolo

 

***

Note biografiche
Patrizia Donato, originaria di Castroreale, dopo un lungo periodo vissuto a L’Aquila, torna in Sicilia, dove ora vive, a Barcellona Pozzo di Gotto.
Scrive, dipinge, pratica l’arte della ceramica alla scuola di Castelli, e le più moderne tecniche a Faenza. Sperimenta i diversi linguaggi della contemporaneità, esplorandone le molteplici vie con l’arte grafica. Dallo studio dei codici miniati altomedievali approda alla calligrafia sperimentale.
Nasce così la sua passione per il segno calligrafico. E col segno grafico oggi gioca fondendo poesia ed estetica. Con le sue composizioni è presente in antologie e le sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private.

Ti potrebbe interessare…

Torna in alto