NARRATIVA | Racconti | Collana “Ulteriora Mirari”
Segmenti & Controfigure
di Antonio Scavone
COPIE ESAURITE
Nota biografica
Antonio Scavone (Napoli, ’47) ha esordito nel 1975 con un lungo racconto (Un azzardo) sulla rivista NUOVI ARGOMENTI. Ha scritto per la RAI sceneggiature ed elaborazioni originali (La bella bionda, Lezioni di farsa, Mar Nero) e, per il teatro, ha delineato i temi essenziali di una drammaturgia politico-realistica, senza dimenticare quell’universo imperfetto che è Napoli: Vi servo io, Basse frequenze, Signora Clara, Una notte d’Italia, Acchinson. Nel 1989 ha vinto il Premio FAVA con Regolamento interno, sui delitti di mafia, prodotto dal Teatro di Roma e dal Teatro Libero di Palermo e nel 1990 il Premio TEATRO E SCIENZA con Ricognizione assoluta, sulla tragica fine del matematico napoletano Renato Caccioppoli, messo in scena nel 1993 dal Centro Teatrale Bresciano.
E’ stato direttore artistico del Teatro Politecnico di Roma. Nel 1999 è tra i vincitori del Premio NAPOLI IN GIALLO con il racconto poliziesco 1799 ed ha vinto il Premio CASTILENTI con il racconto Anime leggere. Nel 2001 ha partecipato alla manifestazione MAGGIO DEI MONUMENTI, del Comune di Napoli, con lo spettacolo teatrale 3 numeri per la Guglia. Nel 2003 ha vinto il Premio CALENDOLI con l’atto unico Partono i bastimenti. Ha scritto sceneggiature per fumetto: Arriverà Natale, nel 2008, e Il sorriso di Iqbal, nel 2009. Alcuni dei suoi testi sono stati pubblicati dalle riviste Sipario, Hystrio, Ridotto e, sul web, dai blog letterari La Dimora del tempo sospeso, La Poesia e lo Spirito, Nazione Indiana con racconti e schede critiche.
Lettera di Raffaele La Capria ad Antonio Scavone
ho letto con crescente interesse “Segmenti & Controfigure”, questi suoi racconti di povere vite funestate da “infelicità senza desideri” e da eventi drammatici, traumatici, che insensatamente le colpiscono, senza produrre le adeguate conseguenze. C’è solo, nei suoi personaggi, una specie di rassegnazione a un destino già scritto, dove l’assenza di futuro, e dunque di speranza, sembra sovrastare la vicenda individuale, e derivare da una storia più grande (quella di una città e di una società) che sovrasta le loro piccole vite.
Questo nella prima parte, “Segmenti”, dove segmenti e stralci di quelle vite vengono raccontati in presa diretta.
Nella seconda parte “Controfigure” la stessa realtà viene vista con un altro sguardo che coinvolge anche lo scrittore, l’io narrante. Ed è vista come in un film, come qualcosa che ha a che fare più con la soggettiva rappresentazione che se ne dà, che con quello che effettivamente è. Il sottinteso è che esiste un mondo delle parole, dove le relazioni tra gli eventi e le persone, tornano e hanno una loro logica, perché il mondo delle parole è creato dall’uomo e serve per comunicare, dunque è conoscibile e comprensibile. E poi, parallelo, esiste il mondo della realtà, che è a sé stante e segue leggi proprie, misteriose. Eppure il mondo delle parole apre uno spiraglio sul mondo della realtà, e qualcosa – solo qualcosa – del mistero che racchiude, attraverso le parole ci arriva. Questo per dire che i suoi racconti si prestano a una doppia lettura: una che tutti possono seguire facilmente abbandonandosi alla narrazione; e un’altra più complessa che riproduce la complessità della vita e il rapporto che uno scrittore – la letteratura – ha con la vita.
Mi auguro che questo suo libro trovi il consenso che merita perché la sua è una voce e una scrittura originale e di notevole spessore. Con questo auspicio la saluto.
Roma, 4 aprile 2012