RACCONTI | Collana “Orme di inchiostro”
Chiaroscuro
di Anna La Rosa
L’immagine di copertina è della stessa Autrice.
Della stessa Autrice e nella stessa collana, la nuova raccolta “Diamanti e Fango”.
Il volume
Un comune professore che deve fare i conti con il suo passato. La perdizione di un giovane ragazzo vittima di bullismo. Una casa e una presenza inquietante che non si rivela a tutti. L’insospettabilità spinge, nonostante tutto, una mano ad uccidere…
Sono alcune delle otto storie di puro thriller, nelle quali Anna La Rosa esorcizza il terrore che spesso ci mette all’angolo e aspetta che le nostre difese siano abbassate per lavorarci a pugni. Si narra di uomini comuni travolti da circostanze eccezionali, davanti all’ignoto che ognuno di noi deve affrontare quando si trova nel buio e teme per la sua anima.
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Gli otto racconti che seguono sono stati scritti nel 2001.
“La botola” è il primo di questa serie, dove un comune professore di Lettere in pensione deve fare i conti con qualcosa piovuta dal passato, pronta a manovrare le sue azioni fino alle estreme conseguenze.
“Il contenitore” parla del ritrovamento casuale di un barattolo da parte di un ragazzo preso di mira dai bulli della scuola; il suo odio crescerà e il contenuto del barattolo contribuirà alla sua perdizione.
“Trasloco” racconta il cambiamento in tutti i sensi per un ragazzo: contro la sua volontà i genitori si trasferiscono in una nuova casa che nasconde una presenza inquietante che solo lui riesce a vedere.
In “La storia e non colui che la scrive” si narra di un uomo che scrive una storia, la quale ha una peculiare caratteristica, quella di essere scritta con inchiostro “rosso”.
“L’incendio” che si sviluppa da un dolo parla di invidia, tale da portare un uomo a uccidere pur di riuscire a scrivere una storia.
“Rosso autunno” ci fa capire che le apparenze spesso ingannano e la crudeltà si nasconde in persone insospettabili, le quali possono giungere a concepire l’omicidio come ultima soluzione.
“Turno di notte” illustra come la pazzia a volte si nasconde tanto in profondità da farci credere che sono gli altri a essere strani.
“Solo diversi” è uno strano viaggio pieno di incognite su un vagone lanciato verso il nulla, per quanto possano saperne gli occupanti, i quali meditano di fuggire quando il convoglio si arresterà.